Il 17 giugno INPS ha emesso il messaggio 2489 che tratta delle nuove modalità introdotte per la richiesta di intervento di ammortizzatori sociali con causale “Covid 19 Nazionale”.

L’introduzione delle nuove procedure è stata eseguita a seguito delle previsioni normative del D.L. 19 maggio 2020 n.34, c.d. Decreto Rilancio.

Pur mancando sicuramente una circolare che dia informazioni ben più precisa agli operatori di quanto sia contenuto nel messaggio, si configura un quadro d’insieme che vede le normali procedure INPS implementate con nuove funzionalità che dovrebbero semplificare le operazione di richiesta di intervento e velocizzare in qualche modo la concessione delle autorizzazioni ed il pagamento dei lavoratori nei casi in cui vi sia richiesta di pagamento diretto da parte dell’Istituto.

Gli ammortizzatori sociali interessati da questo “restyling” sono quelli di competenza INPS: Cassa Integrazione Ordinaria, Fondo di Integrazione Salariale e anche, novità assoluta, la Cassa Integrazione in Deroga, che per la prima volta viene sottratta dalle competenze delle singole regioni ed incorporata in quelle dell’Istituo.

Visti i disastrosi ritardi nella gestione della prima fase del Covid, la nuova normativa a ristretto di molto le tempistiche per l’invio delle domande e per la consuntivazione in caso di pagamento diretto, oltre a prevedere la possibilità di richiedere un 40% di acconto del trattamento al lavoratore da conguagliare una volta ottenuta l’autorizzazione. In attesa della citata circolare che chiarisca tutti gli aspetti di questa novità, al momento la sua gestione sembra piuttosto complicata nel caso in cui il lavoratore risulti, al termine del periodo di sospensione, a debito verso l’ente in quanto l’anticipo supera il totale che dovrebbe effettivamente essere erogato.

Restano esclusi da tutto quanto sopra i Fondi Bilaterali, primo fra tutti FSBA (il fondo dell’artigianato), che sta avendo grossi ritardi rispetto alla precedente fase di intervento Covid e che sta glissando sull’intervento previsto dal “Decreto Rilancio”, lasciando migliaia di aziende artigiane e di lavoratori nel dubbio.