Probabilmente il mese di agosto, in particolare il giorno di Ferragosto, concilia la pubblicazione di decreti legge per il nostro governo, tra l’altro decreti che nel bene o nel male (i più cattivelli direbbero più nel male che nel bene) hanno un impatto notevole sul paese.

Chi non ricorda il Decreto Dignità, entrato in vigore il 16 agosto 2018?

Ebbene ci risiamo: il 14 agosto 2020 è stato pubblicato il tanto atteso D.L. 104/2020 (da tutti chiamato Decreto Agosto) contenente “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”.

Doveva essere un decreto snello e concentrato sulle misure per aiutare famiglie, imprese e lavoratori ad uscire dal tunnel Covid, ma alla fine sembra che la sintesi proprio non faccia parte del bagaglio culturale della politica italiana: si tratta di 115 articoli che trattano argomenti che vanno dagli ammortizzatori sociali (sempre gli stessi, mi raccomando, perchè semplificare facendone uno unico è troppa fatica) al fondo per la formazione delle casalinghe, dagli esoneri contributivi per chi non ricorre alle integrazioni salariali e per chi assume a tempo indeterminato, alle piccole opere e interventi contro l’inquinamento e al rinnovo degli inventari dei beni mobili dello Stato.

In ogni caso, per quello che riguarda la materia di nostro interesse, le principali misure consistono proprio nell’introduzione di ulteriori 18 settimane di ammortizzatori sociali, da utilizzarsi dal 13/07/2020 ed entro il 31/12/2020 in due tranche da 9 settimane ciascuna: la prima libera e la seconda soggetta in alcuni casi al pagamento di un contributo addizionale del 9% o del 18% a seconda del calo di fatturato dell’azienda tra il primo semestre 2019 e lo stesso periodo del 2020.

Inoltre, per le aziende che non ricorrono a questa nuova ondata di misure di integrazione salariale, è previsto un esonero contributivo totale per 4 mesi, il cui limite sta nel doppio delle ore di ammortizzatori sociali utilizzate nei mesi di maggio e giugno, qualunque cosa questo voglia dire: attendiamo, come sempre, che INPS e/o Ministero chiariscano i criteri di calcolo.

Per incentivare l’occupazione è stato anche previsto un esonero contributivo per 6 mesi per le aziende che assumano o trasformino un contratto a tempo indeterminato entro la fine del 2020; per il settore turismo questo vale anche per i rapporti di lavoro a tempo determinato.

Prorogato, ovviamente, anche il divieto di licenziamento ma, questa volta, senza un termine preciso. Le aziende non potranno licenziare per motivi economici se non dopo aver completamente utilizzato tutte le settimane di integrazione salariale messe a disposizione, mentre coloro che godranno dell’esonero di cui sopra, non potranno licenziare fino al 31/12/2020.

Il Governo ha anche previsto diverse ulteriori misure di sostegno alle aziende, soprattutto quelle di minori dimensioni e quelle del settore turismo e ristorazione, che sono state particolarmente colpite dal lock-down e che faticano a riprendere la normale attività.